La tricopigmentazione è una tecnica che permette di camuffare la calvizie, ma non si tratta chiaramente dell’unico metodo orientato in questa direzione e, anzi, è forse uno dei meno conosciuti da chi non è coinvolto da questa problematica in prima persona. Sicuramente si sente parlare molto di più del trapianto di capelli. Quello che forse non è noto a tutti però è che queste due tecniche possono essere messe in atto contemporaneamente andando a compensare ciascuna i limiti dell’altra e permettendo così di ottenere dei risultati eccezionali. Vediamo di seguito la questione più nel dettaglio.
COME POSSONO COLLABORARE TRAPIANTO E TRICOPIGMENTAZIONE?
Il trapianto di capelli FUE prevede l’estrazione di unità follicolari dal retro della testa, la zona donatrice, per andare poi a impiantarle nelle aree diradate superiori, la zona ricevente. Quello che in particolare caratterizza questa tecnica è la modalità di estrazione delle unità follicolari. Il trapianto FUE infatti prevede l’estrazione delle unità una per volta senza che sia necessario rimuovere una striscia di pelle. Questo tipo di processo porta al formarsi di cicatrici sì numerose, ma piccole e circolari. Il principale vantaggio del trapianto rispetto alla tricopigmentazione è che questo prevede effettivamente l’impianto di capelli nella zona diradata e quindi, oltre che a copertura, permette di dare anche volume. Di contro però, il trapianto lascia le sopra menzionate cicatrici e non sempre è sufficiente a coprire adeguatamente le zone interessate. Il numero di unità follicolari disponibili nell’area donatrice è infatti limitato, mentre l’area ricevente può essere anche molto estesa.
Dall’altra parte, la tricopigmentazione ha il vantaggio di non avere limiti numerici riguardo il numero di depositi di pigmento da posizionare e quindi di capelli simulati sullo scalpo. Tuttavia però si tratta di depositi bidimensionali, in grado di dare notevole copertura, ma non volume.
Chiarito questo è semplice dedurre come le due tecniche possano supportarsi a vicenda. Il trapianto può dare volume e la tricopigmentazione può compensare laddove la copertura non fosse delle migliori. Inoltre, con la tricopigmentazione si può andare efficacemente a nascondere le cicatrici che il trapianto lascia.
Una testimonianza ancora più concreta di quanto la combo di questi due trattamenti possa essere funzionale è data dal fatto che sono sempre di più le cliniche che offrono entrambe i servizi, non solo separatamente, ma anche proprio come pacchetto. Molti chirurghi estetici specializzati nel campo della chirurgia della calvizie hanno deciso di formarsi anche nel campo della tricopigmentazione, proprio perché in questo modo possono offrire un servizio migliore e più completo ai propri pazienti. Troviamo un riscontro diretto nella metodica inventata da Milena Lardì e tramandata a oltre 60 chirurghi al mondo nel campo della chirurgia della calvizie.
LE TEMPISTICHE TRA TRICOPIGMENTAZIONE E TRAPIANTO E VICEVERSA
E’ infine doveroso ricordare che, sebbene le due tecniche non si influenzino negativamente e, anzi, possano tranquillamente sommare i loro risultati, comunque ci sono delle accortezze da prendere riguardo le tempistiche tra un trattamento e l’altro. Nello specifico, bisogna solitamente far passare circa sei mesi dal trapianto per procedere con la tricopigmentazione o, se si vuole fare prima la tricopigmentazione, circa un mese intero deve passare prima di sottoporsi al trapianto.