La tricopigmentazione permanente è una metodica volta alla copertura definitiva della calvizie mediante la realizzazione di una sorta di tatuaggio che simula la presenza di capelli in fase di crescita sullo scalpo. Tale tecnica si avvale dell’utilizzo di pigmenti creati apposta per realizzare depositi di pigmento sulla testa che sembrino il più possibile dei peli nascenti. Si parla di tricopigmentazione permanente perché tali pigmenti sono molto simili a quelli che si usano nei tatuaggi e quindi non svaniranno mai del tutto.
LE POTENZIALITA’ E LIMITI DELLA TRICOPIGMENTAZIONE PERMANENTE
La tricopigmentazione permanente costituisce una scelta alternativa rispetto all’altra versione di questo trattamento, cioè quella temporanea. Entrambe permettono di intervenire su tutti i casi di perdita di capelli effettuando trattamenti a effetto rasato o densità oppure andando a coprire cicatrici presenti sullo scalpo, ma differiscono sulla durata. La versione permanente infatti non richiede i tipici ritocchi annuali di quella temporanea e si mantiene molto più a lungo.
Come si accennava, la tricopigmentazione permanente utilizza dei pigmenti che hanno una durata prolungata, di circa un decennio. Questo non significa che il trattamento dopo 10 anni scompare, altrimenti non sarebbe permanente, ma che a quel punto il pigmento si è degradato e va ritoccato. In generale, per mantenere un risultato che sia davvero sempre bello come nell’immediato post trattamento sono necessari dei ritocchi anche prima di questa scadenza così lunga, ad esempio dopo 3 o 5 anni dal trattamento iniziale, a seconda dei casi.
La tricopigmentazione permanente è una buona scelta per chi soffre del problema della perdita di capelli e intende trovare una soluzione duratura e che permetta di non doversene preoccupare di continuo. Il look che si può ottenere con la tricopigmentazione è infatti molto realistico e non richiede ritocchi frequenti. Il principale vantaggio della versione permanente della tricopigmentazione sta proprio nel fatto che una volta effettuato ce la si lascia alle spalle e si è a posto, forse non per sempre, ma comunque abbastanza a lungo da potersene quasi dimenticare. Inoltre, dato che i ritocchi sono molto meno frequenti, il trattamento risulta infine essere meno dispendioso rispetto a una tricopigmentazione temporanea (a parità di costo iniziale).
Curiosamente, il fatto che abbia una durata maggiore costituisce sì un vantaggio, ma dall’altro lato è anche il principale svantaggio di questa tecnica. L’unico modo per rimuoverla totalmente è il laser e anche per poterla modificare anche solo di poco, ad esempio se si volesse alzare la linea frontale, è di nuovo necessario il laser.
Un altro rischio della scelta permanente è che la qualità del risultato non resti sempre altissima quanto dovrebbe. Anche utilizzando il pigmento migliore e più stabile del mondo resta vero che la pelle è comunque un tessuto mutevole e che, di conseguenza, anche il pigmento che essa contiene andrà modificandosi insieme a lei. La tricopigmentazione, permanente o temporanea, prevede la realizzazione di piccoli puntini. Per essere realistica e naturale è veramente importante che questi restino tali senza espandersi o mutare nel colore o nella forma, elemento che, con il passare degli anni, non sempre è garantito utilizzando qualsiasi tipo di pigmento.